Il colore è per sempre?

Recentemente ho letto il libro “Colore. Una biografia” di Philip Ball.
Si tratta di un saggio davvero acuto e di piacevole lettura, dove l’autore ripercorre la storia del colore da un punto di vista fisico-chimico, dalle prime applicazioni ai giorni nostri. Se oggi diamo per scontata la facilità con cui possiamo usare un tubetto di colore e dipingere una superficie, non era assolutamente così fino a 150 anni fa. Figuriamoci poi nel Medioevo o prima.
Il colore ha da sempre accompagnato la storia dell’uomo, per necessità di espressione, oltre al mezzo del linguaggio parlato. E i problemi fondamentali, dalla pittura rupestre alla bomboletta spray, sono stati sempre gli stessi: il recupero dei pigmenti come materia prima, il veicolo con il quale trasferirli e la durabilità delle vernici ottenute. Queste sono state le variabili, nella pittura tradizionale, per le quali si sono fatte ricerche e scoperte. Nel corso della storia, diversi artisti si sono fatti sedurre dai nuovi colori prodotti con nuove tecnologie. Il problema era che non si avevano certezze sulla loro durata e sui cambiamenti che potevano subire nel tempo. Perciò un’importante domanda da farsi è: il quadro X dipinto nel ‘700, rispecchia davvero ciò che è stato dipinto dall’autore? Oppure: l’artista contemporaneo è davvero consapevole del colore che sta usando?

 
libro philip ball colore una biografia

Queste tematiche mi hanno fatto riflettere rispetto ai colori usati per l’arte musiva.
Esistono due grandi famiglie di colori: quelli naturali e quelli prodotti appositamente. Nella famiglia dei naturali rientrano i marmi, le pietre e tutto ciò che può essere preso tale e quale da ciò che la natura offre. I colori prodotti per l’arte musiva sono gli smalti e gli ori.
I colori naturali difficilmente cambiano o degradano: si tratta di pietra che, salvo interventi chimici esterni, rimane invariata. Per questo possiamo ancora ammirare splendidi tappeti a mosaico che hanno anche più di 2000 anni.
Smalti e ori per il mosaico sono materiali molto preziosi e costosi. Un po’ perché lo sono le materie prime con le quali vengono prodotti, un po’, penso io, perché la loro formulazione è antica e segreta e la sapienza per ottenere questi colori va riconosciuta con il giusto valore.
Tuttavia è vero anche che la loro brillantezza e durata è garantita giusto da qualche secolo di storia. La tecnologia e le ricette per produrre i colori per mosaico non sono cambiate di molto nel corso del tempo, e oggi i mosaicisti possono contare su materiali affidabili. L’artista mosaicista, quindi, deve sentire la responsabilità dell’uso di questi materiali: il messaggio impresso con questi colori è destinato a durare nella storia.

smalti veneziani per mosaico artistico

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