Perché spaccare pietre

Qual’è il senso di spaccare marmi e smalti per ricomporre qualcosa?

È lecito, oggi, fare questa domanda. Nel mondo del “pre-confezionato” e “del tutto e subito”, sembra quasi una perdita di tempo la mia. Mi sento chiedere: “ma le tessere le vendono già fatte?”, “non sarebbe più comodo se le prendessi già tagliate?”. Effettivamente, volendo, ci sono! Ma sarebbe come, per uno chef, comprare degli ingredienti già pronti all’uso, tagliati tutti uguali e solo da mettere nel piatto. Non è pensabile! La creatività in cucina passa attraverso la ricerca degli ingredienti, la cura nel prepararli, la giusta manipolazione e combinazione, fino ad arrivare all’esecuzione della ricetta perfetta. Si tratta di alchimia.
Le mie materie prime sono i marmi e gli smalti, che io devo combinare assieme per comporre il mio piatto, la mia opera. Ma affinché possano esprimere la mia visione, il mio pensiero, ho bisogno di dare loro un ordine, una collocazione. Per questo spacco le pietre e decido io la forma e la dimensione da dare ad ogni singola tessera. Un lavoraccio? Non per me. Sì certo, a volte lo smalto non si spacca come vorrei o per il marmo devo usare un po’ più di forza, ma fa parte del processo di creazione. È il ritmo, il suono del mosaico artistico.
marmi mosaico
E una volta spaccate le tessere e scelta la giusta superficie, le ricompongo. Le avvicino, le inclino, le mescolo, esattamente come farebbe uno chef al momento dell’impiattamento. Nulla è lasciato al caso. Spaccare e ricomporre. È questo che mi serve, per continuare a vedere le cose con altri punti di vista.

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